Accogliere in famiglia
un adolescente migrante solo
Sono centinaia i minori stranieri a Milano che sono fuggiti da povertà, guerra e cambiamenti climatici per cercare una nuova speranza di vita in Europa. Vivono quasi tutti nelle comunità per minori, ma per consentire loro una vera integrazione, vivere in una famiglia sarebbe l'opzione migliore. Grazie all'affido è possibile dare una opportunità a tanti minori che vorrebbero solamente avere una vita normale...
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Cos'è l'affido
L’affido familiare è un'esperienza di aiuto e di sostegno a un minore. L’affido di adolescenti migranti non accompagnati è un’opportunità per la SECONDA ACCOGLIENZA e l’accompagnamento verso l’autonomia di ragazzi ospiti di comunità di accoglienza.
Essere accolti da una famiglia o da una persona single, può favorire l’accompagnamento dei ragazzi all’autonomia e alla vita adulta attraverso la costruzione di relazioni privilegiate e significative, centrali nel percorso di crescita e integrazione culturale.
Attraverso l’accoglienza e il supporto di una famiglia si vuole favorire una continuità relazionale nella delicata fase di passaggio alla maggiore età.
L’istituto dell’affido è regolamentato dalla legge 184/83, 149/01.
Per l'affido di minori migranti non accompagnati il riferimento è la legge 47/2017
Chi può fare l'affido
Possono diventare “affidatari” persone single o coppie, sposate o conviventi, senza limiti di età.
Un Mondo
in Casa
Le testimonianze di chi ha scelto di accogliere un adolescente migrante solo nella propria casa.
Le gioie, le fatiche e la crescita della propria famiglia grazie all'affido.
Chi sono i minori stranieri non accompagnati
Minori Stranieri Non Accompagnati sono minorenni presenti in Italia privi dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili della loro assistenza o rappresentanza.
La Risoluzione del Consiglio d’Europa del 26 giugno 1997 definisce i MSNA come: “i cittadini di Paesi terzi di età inferiore ai 18 anni che giungono nel territorio degli Stati membri non accompagnati da un adulto per essi responsabile in base alla legge o alla consuetudine e fino a quando non ne assuma effettivamente la custodia un adulto per essi responsabile ...” ovvero “i minori, cittadini di Paesi terzi, rimasti senza accompagnamento successivamente al loro ingresso nel territorio degli Stati membri”
Come diventare affidatario
Se sei interessato all'affido compila il nostro form. Fisseremo un colloquio informativo e conoscitivo approfondito.
Successivamente verranno organizzati altri colloqui di conoscenza e approfondimento con gli operatori del Servizio Affido del Comune di Milano.
Se gli operatori valutano che sei adatto all'affido ci sarà un colloquio in cui ti sarà presentata la situazione di un minore in vista di una possibile accoglienza.
Una volta conosciuto il minore e accettato l'abbinamento l'affido viene formalizzato con il Servizio Sociale che ha in carico il minore.
La tempistica per un eventuale abbinamento dipende da quanto le caratteristiche della famiglia/ persona accogliente sono corrispondenti alle caratteristiche del ragazzo che ne potrà usufruire.
Nell'affido non sei mai solo
Equipe di progetto di sostegno
Operatori di Caritas Ambrosiana e del Servizio Affidi del Comune di Milano monitorano il progetto e accompagnano le famiglie che si candidano per l’accoglienza.
Affiancamento di un tutor
Un tutor sarà presente per tutta la durata del progetto, con lo scopo di sostenere tutti i protagonisti dell’affido attraverso incontri personali e con la massima disponibilità di aiuto.
gruppo stabile di riflessione
Viene offerta la possibilità di partecipare a un gruppo stabile di confronto e riflessione condotto dall’equipe del progetto.
Un modo per avere un continuo sostegno.
sostegno economico
Alla famiglia affidataria viene corrisposta una quota fissa mensile per le spese che l’accoglienza comporta.
FAQ
Un minore solo può essere accolto e preso in affido da persone sposate, separate, divorziate e single. Inoltre, non esistono limitazioni legate al genere, all’orientamento sessuale o al credo religioso delle persone affidatarie. I criteri che vengono presi in considerazione dai servizi sociali sono diversi, tra questi ad esempio: la stabilità economica ed abitativa, l’idoneità psico-fisica, e la storia personale della persona o coppia.
Sì, si può diventare famiglia affidataria di un minore solo anche se non si hanno figli/e. Ciò che è importante è aver voglia di imparare, avere compreso il proprio ruolo come famiglia affidataria e assicurarsi di compiere una scelta consapevole e responsabile.
No, non vi è un limite di età per poter accogliere un ragazzo o una ragazza in affido, né una differenza minima o massima di età tra il minore in affido e l’affidatario. L’unico requisito riguardo l’età dell’affidatario è che esso debba essere maggiorenne.
Sì, non è necessario essere proprietari della casa in cui si vive, l’importante è avere spazio adeguato per poter accogliere un minore, e potergli garantire una stabilità abitativa.
La famiglia affidataria ha diritto al supporto dell’Equipe del Servizio Affido del Comune di Milano durante tutto il percorso di affido. Non si è soli in questa esperienza.
No, sono molto diversi, vediamone quindi le differenze specifiche.
Innanzitutto, l’affido famigliare è diverso dall’adozione; sono due percorsi differenti, non hanno gli stessi obbiettivi e non richiedono i medesimi requisiti. Nell’affido familiare di un minore straniero non accompagnato l’obbiettivo è di offrirgli accoglienza temporanea in una situazione di vulnerabilità e supportalo in un percorso verso l’indipendenza e l’autonomia nel raggiungimento dell’età adulta.
Come per l’adozione anche per l’affidamento familiare sono previsti degli incontri di conoscenza, di formazione e di preparazione, ma il percorso è molto più veloce.
Anche tra tutore volontario e famiglia o persona affidataria vi sono delle differenze, quella più sostanziale sta proprio nell’accoglienza del minore: la famiglia affidataria dovrà impegnarsi ad accogliere presso di sé il minore, garantirne le cure e l’educazione e le attenzioni psicologiche, affettive e materiali. Il tutore non ha questi compiti, il suo ruolo è quello di garantire la tutela dei diritti del minore e di vigilare sul loro rispetto: dovrà esserne il rappresentante legale. Va da sé che la collaborazione tra queste due figure, e i servizi di competenza, siano una buona prassi per il benessere del minore.
No, non sono richieste delle qualifiche particolari per diventare una famiglia affidataria, quello che è necessario è la voglia di imparare e di mettersi in gioco. Il servizio affido del proprio ente locale si occuperà della preparazione e di una formazione adeguata della famiglia per intraprendere un percorso d’affido.
Vivere in una famiglia, anche se per un periodo breve, potrà offrire loro un ambiente sicuro e caloroso in cui crescere, e permetterà un percorso verso l’età adulta attento ai loro bisogni.
Li aiuterà inoltre ad integrarsi, conoscendo la società italiana dall’interno e non dai margini, e ad imparare la lingua italiana molto più rapidamente. Questi fattori rappresenteranno un punto di forza per i ragazzi e le ragazze nel loro ingresso nel mondo adulto, che esso sia continuare gli studi oppure inserirsi nel mercato del lavoro.
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